Nello zodiaco ideale, la nascita viene simboleggiata nel segno dell’Ariete per via della corrispondenza con l’inizio dell’anno astronomico rappresentato dalla primavera che dà il via al ciclo della natura, a quel tripudio di fermenti e di colori visibile da tutti.
Se partiamo da questo assunto possiamo immediatamente renderci conto che la vita dovrebbe essere generata in virtù di un “atto d’amore” e, nel momento in cui veniamo alla luce, proprio ciò che ci deve accogliere è l’amore che qui troviamo sotto forma di braccia amorevoli, pronte a sostenerci e a contenerci in modo da nutrirci e permetterci di crescere.
Noi nasciamo “cuccioli” e la natura ha provveduto in questo modo a farci accogliere; mostrandoci indifesi, ma soprattutto “graziosi e teneri”, suscitiamo e favoriamo la sensibilità e il desiderio di accudire dei nostri genitori.
Sorge però spontaneo un ragionamento: nelle prime case dello zodiaco, non vi è traccia della Luna che, da sempre, noi astrologi leggiamo come la “madre, la nutrice, colei che ci coccola e fa crescere”; seguendo questo ragionamento non possiamo non vedere che, forse, non è questo il simbolo più fondamentale nelle prime fasi della nostra vita.
La Luna, infatti, la incontriamo solamente in casa quarta quando siamo già bambini cresciutelli perché, in quel caso, stiamo guadando i due anni e mezzo, tre.
Questo significa che fino a quell’età i simboli fondamentali, quelli che sono più accreditati alla nostra sopravvivenza sono altri che, indubbiamente, rappresentano il contenimento e l’amore ma, sotto forme diverse.
Nei primi due assi (prima settima e seconda ottava) noi troviamo la contrapposizione dei pianeti (Plutone Marte Venere e X Proserpina) che si scambiano interagendo però costantemente tra di loro. Gli stessi Plutone e Proserpina li troveremo ancora sull’asse terza nona e, solo successivamente, lasceranno il posto alla Luna in quarta e a Saturno in decima. Questo significa che l’istinto e la forza vitale da un lato e l’accoglienza e l’amore dall’altro sono gli ingredienti di cui abbiamo assoluta necessità nella prima parte della vita.
Sappiamo che l’amore e la relazione saranno fondamentali tutta la vita, esattamente quanto lo saranno la possibilità di poter affermare la nostra identità ed individualità, diventando a tutti gli effetti, protagonisti attivi della nostra vita e del nostro destino.
In effetti, le case prima e settima, che rappresentano i cardini fondamentali della vita (IO/ALTRI), indicano che bisogna essere sé stessi per vivere bene ma che bisogna tuttavia relazionarci con gli altri in quanto la vita stessa “è relazione” per cui, senza l’amore, lo scambio e qualcuno che ci pensi, non solo non si può vivere ma si rimane poveri, deprivati di quell’arricchimento personale che può giungere solo dall’incontro e dall’intimità con l’altro.
Dagli anni 70 in poi, il mito dell’individualità – spesso trasformatosi in individualismo - ha pian piano preso il sopravvento sul mito della coppia e della relazione: in effetti, uscendo da un periodo difficile e da grandi difficoltà vissute soprattutto dal mondo femminile, si è sentita la necessità di mettere in discussione certi valori che avevano rappresentato la società fino a quel momento. Di certo però, almeno inizialmente, l’idea non era quella di pensare ad una vita da “single” ma ad una vita dove le relazioni fossero strettamente coincidenti con i sentimenti interni più che con le regole e le convenzioni sociali. Tuttavia, nel portare avanti certi bisogni sacrosanti si è perduto di vista qualcosa di importante e, soprattutto, sono stati stravolti i principi di base che avevano originato la contestazione.
Così, ai giorni nostri assistiamo ad una grandissima crisi nella coppia causata dalla crisi dei valori e dei sentimenti che sono il bene più prezioso di una persona e di una relazione.
Siccome parlando della casa IIa non possiamo fare a meno di mettere l’accento sui valori personali, la situazione così come si sta delineando in questo momento indica una profonda ferita in questi valori di base iniziata negli anni ’80 quando Plutone è transitato in Scorpione e rafforzata ulteriormente negli ultimi anni con i transiti di Urano (dal ’96 al 2003) e di Nettuno (dal ’98 al 2011) in Acquario, tutti in aspetto problematico con i valori taurini.
In effetti è iniziata in quegli anni la così detta voglia di “trasgredire” e di liberarsi da tutti i tabù sessuali cominciando a sostituire affettività con sessualità senza tuttavia trovare una sorta di gratificazione e di miglioramento nella vita e nelle relazioni che, anzi, sembrano sempre più precarie e più soggette al crollo.
In questo lungo periodo sono cambiati anche tutti i luoghi in cui abitualmente ci si incontrava per conoscersi e poi, eventualmente, fare delle cose insieme; c’erano i locali in cui si stava tète a tète con la musica di sottofondo, si passeggiava mano nella mano parlando fittamente, si stava in macchina a scambiarsi impressioni e, quando si era a casa, non si vedeva l’ora di potersi vedere anche solo per un attimo.
Era molto sentita l’amicizia: i ragazzi si trovavano per farei i compiti insieme e per giocare: oggi, ognuno ha i suoi impegni (tennis, pallavolo, nuoto, danza, cavallo, ecc.) ma non ci si trova più.
Con l’avvento poi della cultura dello sballo, non ci si incontra più per parlare e per conoscerci, ma ci si trova per bere, fumare e quant’altro o per andare a ballare con una musica assordante che impedisce qualsiasi sviluppo di relazione e di scambio. In effetti, l’unico scambio è rimasto il sesso che tuttavia, come ben sappiamo, non può essere ridotto alla stregua di un passatempo da fare con chiunque ma, per nutrire l’animo e la psiche umana, ha bisogno di essere coronato dal sentimento; in caso contrario diventa una semplice ginnastica o meglio un palliativo contro il senso di vuoto e di solitudine che regna all’interno che, in questo stato di cose, lascia più soli ed isolati di prima.
Una bellissima citazione che stava su un vecchio disco di Aznavour recitava “canto l’amore perché è l’energia che fa girare il mondo”; in effetti, l’amore è una grande energia, quella che ha da sempre mosso il mondo e che ha reso le persone migliori, spingendole a crescere e a trovare sempre nuovi stimoli nello stare insieme. L’amore è esso stesso “conoscenza” e spinge ad andare oltre i propri limiti; se aboliamo l’amore dal mondo, non vi sarà più nulla.
Oggi, tutto ciò che è contatto, relazione e scambio sembra essere inutile e sostituibile: non a caso, nella fase in cui sono cominciati a venir meno i contatti umani, si sono sviluppati alla grande i contatti “virtuali”; internet brulica di chat, di siti in cui si fa “conoscenza” tipo facebook, di occasioni per ritrovarsi sotto un sito che racchiude persone che abbiano in comune un interesse, ci sono i forum, i blog, ma il tutto funziona attraverso un computer: guai a mettersi in gioco e ad incontrarsi. C’è una grandissima paura di essere feriti, come se la ferita più grossa non fosse quella di stare da soli.
Gli esseri umani nascono dentro ad una relazione e, prima ancora di nascere, si è in relazione con il Tutto per cui è impensabile vivere isolati tutto il giorno dietro ad uno schermo intessendo solamente relazioni superficiali in cui non vi sia uno scambio che passi attraverso le emozioni, i sentimenti e il contatto fisico e psicologico.
Il paradosso sembra essere quello che, per assurdo, in un periodo storico in cui tutti i confini si stanno abbattendo, in cui è facilissimo spostarsi velocemente da un luogo all’altro del mondo e in cui il benessere consente pressochè a tutti gli occidentali un tenore di vita elevato per cui ci si può muovere per “incontrarsi”, non lo si fa e si preferisce la solitudine del piccolo schermo e qualche scambio sporadico, per lo più sessuale, in cui non siano coinvolti i sentimenti veri di cui si ha veramente paura.
Anche l’amicizia non ha sorte migliore perché, anche in questo caso, occorrono autenticità, capacità di impegno e, soprattutto, tempo da dedicare: non ci si può dichiarare amici senza essersi mai “annusati da vicino”, essersi scambiati opinioni, idee e sogni e così, in mancanza di tempo e di voglia di creare la possibilità di vere occasioni in cui stare insieme, le amicizie latitano e si finisce per vivere in un mondo di conoscenze superficiali che si sviluppano con i colleghi di lavoro (che è meglio che conoscano poco di noi), con i vicini di casa o con gli occasionali compagni che si incontrano in discoteca, in spiaggia o a qualche manifestazione, con cui si può parlare del più e del meno senza mai scendere in profondità.
Questo purtroppo è il mondo che abbiamo creato e che stiamo regalando ai giovani di domani; non sarà facile neppure per loro sviluppare qualcosa din diverso non avendone mai avuta esperienza.
Dall’altra parte nascono per compensazione sempre più associazioni per single che sembrano dare l’impressione che questa sia la condizione migliore di vita in quanto non si deve rispondere a nessuno, non ci si deve impegnare economicamente in quanto si resta padroni dei propri soldi e, soprattutto, si possono avere tutte le storie che si desiderano perché ci si ritiene liberi. Ma liberi di fare che?
Il grande Gaber diceva “libertà è partecipazione” ed è vero. Se noi consideriamo la casa in cui cominciamo a sperimentare la libertà – l’XIa – scopriamo che è legata al segno dell’Acquario che ci parla moltissimo di relazioni autentiche; addirittura prevede che le relazioni si allarghino e che diventino vera e propria partecipazione al mondo che ci circonda.
Tutto questo è clamorosamente assente oggi: non si partecipa a nulla in quanto tutto richiede impegno, fatica e tempo e così si resta soli illudendosi che sia questa la migliore condizione in cui l’uomo possa trovarsi.
La parola “coppia” oggi sembra essere diventata obsoleta; quando si dice “sono in coppia” tutti sembrano pensare a Matusalemme con i suoi figli e le sue mogli.
Sorgono così club esclusivi per single, vacanze per single e case per single ma nessuno vede che dietro alla sponsorizzazione della “singlitudine” c’è una pressione fortissima da parte delle aziende a consumare di più per guadagnare di più: in effetti, se ognuno vivesse solo, ci sarebbe bisogno di un numero di case più elevato, di automobili, motociclette e servizi in più: si farebbero più contratti di gas, luce e affitto, non trascurando il fatto che un single finisce per spendere di più anche nella quotidianità perché deve avere tutto per sé mentre una famiglia può utilizzare più risorse insieme. In ultimo, non possiamo trascurare che il single ha costantemente bisogno di “conquistare” qualcuno per trascorrere almeno qualche ora in compagnia e, per soddisfare questa esigenza, ha bisogno di essere bello, in forma, senza rughe e in grado di mostrare sempre un’immagine vincente e perfetta: da qui nasce tutto il business che riguarda l’estetica, il fitness, le palestre, la chirurgia, l’abbigliamento firmato, i viaggi, i week end e le settimane vacanza tagliate a doc per chi deve trovare un compagno da “consumare”.
In pratica, il mondo che stiamo vivendo e costruendo in questo momento è quanto mai triste, pieno di frivolezza e di solitudine, di gente che non sa amare e che non sa scambiare per paura di rischiare, come se il solo rischio fosse insito nelle relazioni e nella partecipazione affettiva.
Così facendo però cresciamo anche generazioni di ragazzi che sono alla costante ricerca di emozioni forti; chiaro, non avendo più quelle che giungevano dall’innamoramento, dalla ricerca di conoscenza e perché no, anche dalle delusioni e sofferenze che arrivavano dall’incontrare sé stessi attraverso gli altri, tutte cose che fanno sentire vivi giacchè le grandi emozioni nascono anche dalla sperimentazione dell’incontro con un’altra persona.
Forse, il futuro ingresso di Nettuno in Pesci nel 2011 che si aggiungerà alla lunga sosta di Plutone in Capricorno, entrambi in appoggio al segno del Toro riusciranno a farci rinsavire allontanandoci un po’ dagli egoismi così ciechi ed accecanti che siamo riusciti a contrabbandare come “libertà e individualità”.