Diventare adulti significa innanzitutto “superare bisogni e dipendenze”. L’astrologia, che è un codice di lettura universale, ci indica il nostro cammino e vede nella casa decima una tappa obbligata che ogni individuo deve conquistare per vivere a pieno titolo come “essere autonomo ed indipendente”. Autonomi, ovviamente, non vuol dire “soli”, ma in grado di stare in piedi sulle proprio gambe, stato fondamentale per essere considerati a pieno titolo individui e poter costruire relazioni “sane” svolgendo un lavoro o una professione che rispecchi la nostra vocazione interiore fino a consentirci di partecipare a pieno titolo al mondo sociale in cui siamo inseriti.
Se questo è vero dal punto di vista generale, ancor di più lo è sotto il profilo affettivo dove amore e bisogno vengono spesso contrabbandati e confusi.
Anche in questo caso è interessante vedere i simboli astrologici; il simbolo di “amore” in astrologia è legato al pianeta Venere che, non a caso, governa la settima casa, quella delle relazioni.
Il simbolo più prettamente legato al “bisogno” è invece legato alla Luna che governa la quarta casa e rappresenta il nostro preciso stato emozionale, il modo in cui sentiamo, viviamo ed esprimiamo le nostre emozioni ma anche il modo in cui siamo in grado di contenerle e di nutrire la nostra parte più intima.
In pratica, Luna e Venere insieme indicano la capacità che abbiamo di stare bene con noi stessi, di essere in contatto sia con il mondo esterno che con il nostro mondo intimo. Indubbiamente la Luna manterrà sempre una relazione ristretta con le sicurezze emotive indispensabili per vivere una vita appagante mentre Venere indicherà le reali capacità di relazionarci e condividere. E’ impensabile scindere questi due archetipi all’interno di una relazione, tuttavia, dove permangono grandi frustrazioni su questi due pianeti, resteranno bisogni emozionali (lunari) e carenze di autostima e di relazione con sé stessi (Venere) che, inevitabilmente, produrranno difficoltà nel mondo dei rapporti interpersonali.
Questi due archetipi a tutti gli effetti rappresentano in ogni individuo il “corredo” relazionale con tutte le possibilità effettive di riuscire a stare dentro ad una relazione adulta senza riporre eccessive aspettative sul partner, oppure, in caso di rapporti di stress con altri pianeti simboleggeranno sacche di fragilità che creeranno difficoltà nella gestione della “costanza oggettiva, del valore personale e dell’attaccamento”, fondamentali per poter giungere ad un reale scambio con un’altra persona senza coltivare illusioni o negazioni.
Nella prima parte della vita la Luna – da un punto di vista archetipico – è molto più potente di Venere; in effetti, noi sperimentiamo il rapporto con la Luna fin dall’inizio della gestazione, fase in cui “siamo uniti a…nostra madre” e viviamo una sorta di stato paradisiaco che ci permette di vivere un rapporto senza alcun distacco, senza alcun conflitto e senza alcuno sforzo: è la relazione ideale che ognuno di noi ha in mente e che vorrebbe trovare successivamente nella vita.
Il rapporto con Venere è più complesso in quanto richiede una discreta maturità ed una capacità di aver superato l’idea che “l’altro” soddisferà i nostri bisogni in cui vi è qualcosa di infantile, retaggio del desiderio di essere amati incondizionatamente, come si avrebbe avuto diritto quando eravamo piccoli. Venere è legata al valore personale e alla capacità di scegliere, valorizzare e stimare gli altri nonché alla capacità di supportare in qualunque momento la nostra identità, senza timore di perderci quando siamo in difficoltà.
Venere indica un rapporto di scambio paritetico tra due persone adulte e “separate” che non si illudono di essere “uguali” ma che cercano, pur nelle differenze, di costruire un rapporto basato sulla stima, sulla negoziazione e sulla condivisione di ciò che si ha in comune; da un punto di vista psicologico richiede che i partners siano consci del fatto che non ci sarà nessuno al mondo in grado di colmare le difficoltà personali e, neppure, di regalare stati di felicità giacchè questa è uno stato dell’anima che deve essere conquistato in prima persona.
Questa è la ragione per cui le prime relazioni della vita sono sempre “lunari” poiché in esse ognuno cerca di risanare le vecchie ferite e di venire a capo delle mancanze proiettando all’esterno le immagini interiori cariche di aspettative non certo facili da soddisfare.
Le prime relazioni della vita vengono considerate dalla psicologia “d’appoggio”; in esse infatti ricerchiamo qualcosa di genitoriale e, in particolar modo, quell’accettazione, quel contenimento e quell’amore incondizionato che avremmo desiderato da parte di nostra madre.
Più il nostro tema natale mostra difficoltà sulla nostra Luna e su Venere e più il bisogno sarà grande, anche se, a volte, può essere coperto da una falsa autonomia, come nel caso degli aspetti dinamici Luna/Venere con Marte, Saturno e Urano che riflettono persone ferite e, pertanto, riluttanti ad entrare in intimità: in questo caso il “bisogno d’amore e di contenimento” è fortissimo ma la paura è titanica e porta a distaccarsi nel tentativo illusorio di difendersi da qualcosa che si desidera fortemente, ma da cui si rifugge.
Dietro a questi aspetti vi sono bisogni laceranti di essere accuditi e nutriti; c’è una vera e propria “fame d’amore” che tuttavia viene compensata da una falsa autonomia ed autosufficienza e tutto ciò per evitare frustrazioni e rifiuti già a suo tempo conosciuti: in genere con Luna/Venere Saturno si costruisce la vita su una falsa indipendenza che costringe a non concedersi per timore di cadere in balia dell’altro; con Luna/Venere Urano invece si tende a restare in uno stato di precarietà e ad uscire dalle relazioni non appena diventano eccessivamente coinvolgenti poiché si teme di non controllare più il flusso dei sentimenti. L’illusione è quella di essere liberi solo se non ci accetta una relazione autentica; in pratica lo schema interno e: “se amo non posso essere me stesso”.
Attraverso questi tipi di relazione si cerca però di crescere anche se, il più delle volte, la crescita è dolorosa perché porta con sé grandi sofferenze dovute non tanto all’errata scelta del partner – come spesso si crede - ma alle aspettative e alle illusioni che si nutrono e all’incapacità reale di amare e di stare in una situazione di intimità.
Con Luna/Venere e Marte i bisogni sono diversi ma ugualmente conflittuali: vi è infatti un fortissimo desiderio di intimità ed anche di conquista a cui si contrappone un altrettanto forte desiderio di ribellione e di lotta: uno dei due poli è sempre in ombra e, come tale, non riconosciuto il che dà vita a fortissime proiezioni sul partner quasi sempre considerato o eccessivamente fagocitante e limitante della propria libertà, oppure aggressivo e intrusivo.
In pratica, quando i pianeti affettivi si legano a Marte, si ha il terrore di essere “feriti” come lo si è stati a livello emotivo ed affettivo e, pertanto, non appena ci si avvicina ad un senso di partecipazione, si deve in qualche modo distruggere questo stato dell’essere. Lo schema interno è: “se amo, mi feriscono, quindi devo conquistare e fuggire” e, soprattutto con l’aspetto Luna Marte, la persona che più si desidera è anche quella verso cui si nutrono le più potenti rabbie.
Anche i rapporti dinamici Luna/Venere con Nettuno e Plutone sono oltremodo complessi perché, entrambi, riflettono difficoltà con i confini emozionali materni che hanno costretto i soggetti a costruire difese titaniche per evitare di essere sopraffatti. Nel primo caso si utilizzerà l’idealizzazione e la fantasia, nel secondo la seduttività e la manipolazione.
I rapporti Luna/Venere e Nettuno spesso portano con sé illusioni “fusionali” e grandi confusioni tra le sensazioni proprie e altrui nonché tra il “grande sogno d’amore” in cui l’amore è idealizzato e, pertanto, non possibile da trasferire nell’ambito della realtà.
Questi rapporti nascondono grandi dipendenze emotive che portano con sé il terrore della solitudine e del vuoto compensato con la fantasia.
Luna/Venere e Plutone hanno invece una forte connotazione “simbiotica”; sono rapporti basati su strane dinamiche di potere che riflettono situazioni in cui si è stati manipolati e abusati emotivamente per cui, ci si è difesi cercando di “dominare la situazione attraverso il potere della seduzione o della distruzione”; in questo caso, da adulti, ci sarà un fortissimo bisogno di sedurre e di dominare gli altri per paura di essere dominati; il sesso sarà lo strumento utilizzato per impedire agli altri di utilizzare la loro volontà.
Questi rapporti sono sempre caratterizzati da grandi ambivalenze in cui potenti ed inquietanti sentimenti antagonisti si avvicendano senza che vi sia possibilità di stabilizzarli. Questo tipo di relazione si caratterizza per forte passionalità grandi tematiche “amore odio” ma, all’interno permangono a lungo paure ed instabilità in quanto l’identità di entrambi è precaria e bisognosa e la relazione serve infatti a sorreggerla ma, al tempo stesso, genera ansie di distruzione e di soggiogamento che spesso si manifestano con attacchi di aggressività, gelosia e possessività. Il terrore che c’è dietro ai rapporti di Luna Venere e Plutone è quello di essere traditi e abbandonati e per questo c’è il bisogno di possedere, controllare e trattenere.
Un altro fortissimo bisogno è racchiuso nelle dinamiche Luna/Venere e Giove che, in genere, spingono il soggetto ad essere eccessivamente fagocitante e bisognoso di conferme e di nutrimento anche se, in genere, non ne è cosciente. C’è spesso qualcosa di irrisolto, un senso di mancanza di nutrimento che genera particolare ansia e bramosia, ma anche una sorta di incontentabilità che è passata nel rapporto difficile con la madre; in qualche modo il soggetto ha avuto la sensazione di non poter avere ciò di cui aveva bisogno realmente ma di aver avuto sempre e solo palliativi che non potevano gratificare.
Spesso, al posto dell’accudimento e della rassicurazione affettiva è arrivato cibo; inoltre, si è spesso stati oggetto di “possesso” da parte della madre che non bastava a sé stessa e che si nutriva attraverso il figlio.
In questo caso in genere si instaura un bisogno di possedere l’altro, quasi ad assicurarsi che nulla più si perderà. Lo schema interno è “se non lo possiedo, lo perderò” ; se non vi sarà un riconoscimento di questo bisogno, questo aspetto può portare a “svuotare” qualsiasi relazione in quanto nessuno potrà mai riempire quel vuoto terribile che sta all’interno e che dovrà essere colmato attraverso un attento lavoro sul riconoscimento e sul riempimento con ciò che veramente gratifica.
Questi sono alcuni esempi di come i bisogni non soddisfatti nella primissima infanzia lascino i loro semi portando a serie difficoltà da adulti. Chiaro che, siccome tutti i problemi emotivi ed affettivi nascono all’interno di una relazione, la prima che noi conosciamo, sarà proprio attraverso le altre successive relazioni della nostra vita che ce li rigiocheremo.
Quando non si è in grado di essere indipendenti emotivamente ed affettivamente si finisce anche per mantenere in piedi relazioni difficili che non hanno alcun valore dal punto di vista del sentimento e questo perché si ha il timore della solitudine e si scambia abitudine con affetto e nutrimento.
In alternativa possiamo anche vivere continui cambi di relazione in cui il bisogno non riconosciuto è quello di libertà che, tuttavia, si sente conflittuale a quello di relazione ed intimità.