Ci risiamo, con un altro scandalo sulle pagine dei giornali. Un ennesimo botta e risposta in questa sorta di guerra moderna, portata avanti a colpi di rivelazioni, intercettazioni, lettere aperte, “j’accuse” all’italiana. Non posso negare che siamo sempre stati un popolo amante dei pettegolezzi, e forse non ci è davvero estraneo il malvezzo a giudicare sbrigativamente, e possibilmente condannare, chiunque stia anche solo di un gradino sopra di noi. Piove, governo ladro.
Però gli italiani non sono solo questo, o almeno così pensavo e continuo a sperare, almeno relativamente a quella massa silenziosa che non sbraita e, soprattutto, non giudica senza conoscere. Ma ultimamente il peggioramento è palese. Palese è che il confronto politico sia diventato uno scontro personale, che i giornali siano diventati il campo privilegiato di questa battaglia, e che l’informazione si trasformi più spesso in una gogna mediatica, a cui tutti sono esposti ma qualcuno più volentieri.
E’ una storia che si ripete da millenni, con diversi protagonisti ma analoghe motivazioni. E’ la storia del capro espiatorio: di chi cioè, volente o nolente, si presta in modo perfetto a ricevere le proiezioni di colpevolezza di una collettività, di un’epoca. In certe dinamiche convivono sempre almeno due fattori principali: da un lato una vulnerabilità al contagio emotivo che diventa suggestione ideologica, in alternativa a valori individuali confusi o instabili; d’altro lato una lotta di potere, che, come disse qualcuno, sembra davvero logorare chi non ce l’ha… ma solo perché lo vorrebbe. Nettuno e Plutone dunque, e in appoggio Giove e Saturno.
Ritengo infatti che le configurazioni degli ultimi anni, e soprattutto di questo 2009, abbiano molto da dire sul comportamento involutivo della società occidentale o in particolare italiana.
Plutone in Capricorno e Saturno in Vergine hanno realizzato un fronte di rigidità eccezionale, ancor più perché provocati – prima l’uno poi l’altro – dagli allarmi destabilizzanti di Urano in Pesci: in questo modo chiunque detenesse un potere (politico, religioso, giuridico, finanziario) si è arroccato in un delirio di autoconservazione quasi paranoide, identificando “il resto del mondo” come minaccia; come male. Contemporaneamente, Urano ha sostenuto per mutua ricezione il fronte rappresentato da Nettuno in Acquario con l’amplificazione di Giove, trasferendo il dibattito sui mezzi di comunicazione e diffondendo così notizie predigerite, in veste di conclusione, anzi di condanna per un potere che, di fatto, era esercitato anche così. Le speranze acquariane sul futuro si sono identificate infatti con le promesse salvifiche della scienza, o con i diritti della libera stampa, e insomma con un potere che rientrava dalla finestra proprio all’atto di sbandierarne la cacciata dalla porta.
Forse non tutti si rendono conto del potere manipolatorio delle parole; non sarebbe tale, d’altronde. Ben lo sanno i maestri della pubblicità, per cui uno slogan riuscito risulta più incisivo di un condizionamento ipnotico. Eppure, nel mare di frasi fatte che ritroviamo sui giornali o in televisione, pochi si accorgono che basta davvero un attimo perché una dichiarazione politica, definita “inquietante” e non semplicemente “discutibile, poco convincente, azzardata”, diventi ipso facto un allarme e si trasferisca dall’opinione alla persona che l’ha espressa. Così come i libri che vendono di più sono quelli che hanno avuto una martellante campagna preparatoria (“in arrivo il bestseller dell’anno!”), analogamente un titolone d’impatto come “virus killer”, ripetuto ossessivamente per un’estate, predispone milioni di individui ad assaltare le farmacie non appena arriverà il vaccino, vero e proprio business per le industrie produttrici, assai meno per la sanità pubblica. In ogni caso, la capacità di giudizio critico individuale viene minata, sfruttando la facile scorciatoia della paura o, all’occorrenza, dello spettacolo di massa. E’ così che la realtà diventa reality, le persone personaggi, l’ideologia demagogia.
Non so quando sia accaduto, quando sia cominciato questo irreversibile processo di degenerazione intellettuale, per cui l’etica si è trasformata in moralismo. Eppure vediamo sorgere sempre più spesso Savonarola pronti a puntare il dito sulla corruzione dei costumi altrui, apparentemente senza guardare in faccia nessuno ma di fatto cavalcando un populismo di mestiere. E’ più facile accusare un politico di avere una vita privata troppo disinvolta, quindi deprecabile, che interrogarsi sulla propria condotta quotidiana; è più facile accusare la Chiesa di abuso di potere, di interferenze sullo stato laico e sovrano, che accettare la scomodità di una vera coscienza spirituale; è più facile sfruttare la propria arte comica e la propria popolarità per aizzare le folle che manifestare i veri motivi del proprio livore. E poco importa, purtroppo, se in tale enfasi moraleggiante non si riesce più a capire chi ha ragione e chi ha torto. E’ il metodo ad essere sbagliato, perché mortifica la ragione in quanto virtù conoscitiva ed amplifica il torto come vizio di forma prima ancora che di sostanza: come colpa, appunto, come peccato.
Ma chi è senza peccato? Un sistema socioculturale in cui basta un sospetto per trasformare innocenti in mostri e un cavillo legale per rimettere in libertà mostri veri, dove tanti si sentono autorizzati a scagliare la prima pietra e a nascondere altrettanto in fretta la mano… questo è inquietante; perché tutto “appare come lo spirito più fumoso, più complicato, ricco di intrighi romantici compiacendosi al modo dei romanzi feuilletons, carte sparite, lettere anonime, appuntamenti in luoghi deserti, donne misteriose che accaparrano prove durante gli appuntamenti”… Se non fosse per lo stile datato, sembrerebbe il brano di uno di quei rari ma ottimi commenti che si possono ancora leggere, se si ha il tempo e la voglia di spulciare nel calderone mediatico. Invece è preso da uno degli esempi più coraggiosi e rappresentativi della dignità intellettuale: la lettera aperta al Presidente della Repubblica che Émile Zola scrisse nel 1898, sulle pagine de L’Aurore, giornale socialista, per denunciare pubblicamente le irregolarità e i soprusi del processo contro Alfred Dreyfus, al centro di uno dei più famosi scandali della storia francese, e pagando con l’arresto e un riconoscimento postumo questa sua personale scelta di coscienza. Oggi, in tempi di crisi, dobbiamo accontentarci di Veronica Lario, e alle lettere aperte (e firmate) si preferiscono le “fonti riservate”, ai “j’accuse” si preferiscono i “si dice”…
Non voglio certo atteggiarmi a dispensatrice di verità – semmai di dubbi – o emulare gli esaltati predicatori che sventolando la bandiera dei “valori” combattono di fatto battaglie personalistiche; ne abbiamo fin troppi. Tuttavia, il mio lavoro mi porta a raccogliere i diversi, crescenti e più o meno legittimi lamenti delle persone comuni, turbate e confuse da questo periodo così pesante, dalle incognite sul futuro o dalla nostalgia del passato, ma ciò che posso dir loro – ciò che penso – passa attraverso una presa di coscienza e un’assunzione di responsabilità individuale: per smettere di occuparci degli altri e diventare noi migliori, da subito.
E d’altra parte, se penso appunto alle persone comuni, alla vita quotidiana, a quella realtà che rappresenta la maggioranza di noi per la maggioranza del tempo, non posso negare di essere rimasta delusa dal passaggio di Saturno in Vergine. Speravo in un ritorno a stili di vita più sobri, e indubbiamente era questo che ci chiedeva di fare, ma la “reazione” difensiva opposta a Urano, Giove e Nettuno ha prodotto un risultato aberrante, anche se la colpa non è certo dei pianeti.
Saturno in Vergine ha accompagnato un aumento abnorme delle regole restrittive: non solo quelle che obbligano a fare qualcosa, ma soprattutto che vietano di farne tante, comprese quelle che un tempo nemmeno troppo lontano erano considerate responsabilità personali. Ma in tale rigurgito di proibizionismo abbondano contraddizioni che tutti sembriamo ormai rassegnati ad accettare. I limiti alla velocità in auto crescono in misura proporzionale agli autovelox, alle telecamere, ai “tutor” (interessante termine, per uno strumento di controllo e non certo di assistenza…), tuttavia si continuano a fabbricare macchine che quei limiti li superano del doppio: perché? I controlli fiscali hanno invaso i conti correnti e continuano ad avvalersi di “studi di settore”, che non studiano affatto e al contrario presumono colpe e cercano prove, decretando un reddito minimo o in alternativa un’evasione; eppure nessun governo è ancora riuscito ad applicare il diritto a scaricare ogni spesa dalle tasse, per cui la ricevuta o la fattura diventerebbero logiche abitudini. Il divieto di fumare nei locali pubblici, da giusta tutela a favore dei non fumatori è diventata una persecuzione contro i fumatori, mentre nessuno nemmeno più ci bada alle scritte apocalittiche sui pacchetti di sigarette venduti dallo Stato. Cosa simile per la campagna contro l’alcool alla guida: tra un adulto che beve un aperitivo al bar del centro e un neopatentato che sbriciola pasticche in un superalcolico e poi si lancia in autostrada all’alba sembra non esserci differenza, laddove entrambi rischiano di finire sul giornale con un etichetta di ubriachezza, e “le stragi del sabato sera” un ennesimo titolone che sottintende colpe ovunque tranne che dove, più realisticamente, sono.
Perché? Che fine hanno fatto i valori di maturità, responsabilità e autonomia del Saturno migliore? E che fine hanno fatto i valori di solidarietà, partecipazione, empatia del migliore Nettuno, se persino tante ONLUS, tante associazioni di assistenza, adozione, volontariato, sono sotto inchiesta per sottrazione di fondi? Se proprio nell’epoca che ha legalizzato la tutela della privacy, la vita privata viene esposta al pubblico ludibrio, alla pubblica condanna o, in alternativa, al pubblico confessionale televisivo, che fine hanno fatto i valori di rispetto, di cautela, di obiettività, veri diritti-doveri di un individuo sociale?
C’è da sperare che Saturno in Bilancia riporti all’attenzione l’esigenza di giustizia, non solo sul piano legale ma soprattutto su quello culturale, con un cambiamento di “costume” che sia anche un abbandono di maschere, un ritorno al confronto più autentico tra governanti e governati, istituzioni e cittadini, nonché tra gli stessi cittadini, al di là delle diverse opinioni che dovrebbero arricchire e non solo dividere o spaventare. Non sarà un processo facile, con Urano e Plutone dissonanti. Ma non trascurerei il lungo transito di Marte in Leone, come risveglio dell’orgoglio individuale contro l’appiattimento, la meschinità, l’abbandono al luogo comune del “tanto peggio, tanto meglio”.
L’uomo può fare molto per l’umanità. Lo ha sempre fatto, quando è stata questione di sopravvivenza. Ma non è scritto da nessuna parte – nemmeno nelle stelle – che sia necessario toccare il fondo per risollevare la testa, e ciò che contiene.