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QUANDO IL FEGATO INGRASSA

a cura di Lidia Fassio
 

Tra le varie difficoltà di salute che una persona può trovarsi a vivere c’è quella legata alla mancanza degli enzimi giusti che aiutano nella digestione dei grassi.

Questa particolarità è molto interessante dal punto di vista simbolico poiché il tipo di problema ha molto a che fare con rapporti particolari tra Giove e Saturno che spinge sempre a lasciare nei nativi una dinamica di conflitto tra il “troppo e il troppo poco”.

 

Il pancreas, insieme al fegato, tra le loro molteplici attività, hanno anche quella di digerire i grassi, sintetizzarli e stiparli come riserve per il nutrimento delle cellule. Tuttavia, vi sono casi in cui questi due organi non riescono a fare la loro funzione in maniera corretta e così possono non riuscire a digerire i grassi che finiscono con l’accumularsi nel fegato con gravi ripercussioni sull’effettiva capacità di assimilare le sostanze importanti e fondamentali per vivere.

 

La mancanza di alcuni enzimi nel pancreas e la difficoltà da parte del fegato di produrre gli acidi biliari necessari per la digestione dei grassi crea nel soggetto un problema fondamentale che, a lungo andare, può dare sintomi gravissimi e invalidare la salute complessiva.  

 

In pratica, da un punto di vista psicosomatico questo disturbo ha a che fare con la difficoltà nel trovare un equilibrio nel godersi la vita e, in particolare, nel vivere con speranza e fiducia le esperienze che si devono affrontare senza esagerare né limitarsi ma consapevoli che possono aiutare a crescere.

 

La steatosi praticamente indica che non si possono più digerire i grassi perché stagnano in eccesso nel fegato; questi che rappresentano il lato più abbondante e corposo della vita, ciò che è superfluo e che può rendere la vita migliore e più gradevole.

 

E’ interessante il fatto che possono soffrire di questa malattia due diversissime tipologie di persone:

 

-     quelle che esagerano per tutta la vita con i grassi e che, di conseguenza, ad un certo punto intasano il loro fegato che non riesce più a smaltirli correttamente. E’ una patologia tipica tra le popolazioni – tipo gli Stati Uniti – dove il  benessere e l’eccesso di cibo, e in particolare di grassi, è diventato di uso comune;

 

-     e’ però presente anche nelle popolazioni denutrite in cui non vi è invece sufficiente cibo da mangiare e, il fegato, a questo punto, non avendo le necessarie sostanze da elaborare, trasforma in grasso tutto ciò che riceve, quasi a costruirsi delle riserve in modo da compensare le ovvie carenze.

 

Data questa diversificazione possiamo trattare la situazione da un punto di vista psicologico e cercare di comprendere come una funzione psicosomaticamente si possa presentare per carenza o per compensazione.

 

Il primo caso, quello per intenderci della popolazione americana, ha a che fare con valori di eccesso e di abbondanza in cui possiamo vedere una relazione difficile tra Saturno e Giove oppure tra Sagittario e Vergine segni che, notoriamente, si presentano in quadratura.

Il Sagittario ha una valutazione enfatica e spesso esagerata della vita; investe moltissimo su di essa e nutre grandi speranze e, soprattutto, grande fiducia che tutto potrà essere al meglio. In questo segno Giove ha il compito di allargare la visione in modo da non permettere ai nativi di vedere i limiti, evitando così di rinunciare e di precludersi possibilità. In effetti, i grassi possono essere considerati simbolicamente sostanze che possono essere messe in relazione al nutrimento esagerato ed eccessivo.

 

Possiamo quindi trarre la conclusione che il messaggio della malattia – in questo caso - può essere quello di tornare ad una essenzialità eliminando dalla vita il superfluo e ciò che non solo non è necessario ma che, preso in esubero, diventa dannoso per l’intero corpo.

Un invito quindi a ritornare a equilibrare l’archetipo di Saturno il mago dell’essenzialità, colui che ci insegna che per andare lontano e vivere in modo indipendente e autonomo occorre prendere coscienza che ci sono dei limiti e che spesso, ciò che appare morbido e comodo, può candidarci ad un lavoro eccessivo e ad una problematica “digestione” delle nostre esperienze, quando queste sono esageratamente ingombranti e difficili da smaltire.

 

Quando si “ingoiano” vissuti troppo “grassi o corposi”  perché non si è in grado di filtrarli, selezionarli e discriminarli, possiamo trovarci a sovraccaricare il fegato e il pancreas che hanno  il compito di elaborare e sintetizzare ciò che arriva già sgrossato del superfluo e dell’inutile dal lavoro dell’intestino.

 

L’uso di Mercurio e di Saturno nel segno della Vergine rappresentano i processi di discriminazione ed una prima selezione di contenuti non adatti e dannosi che sarebbe inutile portare fino all’elaborazione del fegato.

 

Nel secondo caso invece ci troviamo di fronte ad un problema diverso e ad una tipologia forse più saturniana e verginea. Intendo con questo una sintomatologia praticamente opposta anche se complementare alla prima. I soggetti in questione non riescono ad avere ciò di cui hanno bisogno e mancano quindi di sufficiente nutrimento sia sul piano materiale che psicologico in quanto le condizioni di vita sono proibitive e, a questo punto, il fegato – per permettere comunque una crescita - si incarica di stipare anche ciò che non serve e che, a conti fatti  risulta dannoso, nell’intento di  recuperare ciò che è carente.

In questo modo tende a trasformare e a trattenere a sé sostanze che risultano difficili da smaltire e che creano intasamento.

La componente Verginea in questo caso è interessante poichè, in questi soggetti vi è spesso un’incapacità di “nutrirsi a sufficienza” da un punto di vista psicologico; i nativi infatti sono spesso attanagliati dalla sensazione di non poter ottenere o di non avere diritto a ciò di cui hanno bisogno e, quindi, hanno una psicologia che li porta a rinunciare e a non fare le esperienze che, invece, sarebbero importanti per la loro vita.

 

Non è inconsueto trovare quadrature tra la Vergine e il Sagittario oppure tra la sesta casa e la nona, oppure, ancor di più tra Giove e Saturno che comportano una visione della vita del tipo “vorrei ma non posso” che mostra un grandissimo desiderio nel fare alcune cose, accompagnato sempre da un’impossibilità di gioire della vita a causa di una effettiva  incapacità di concedersi il piacere e il nutrimento della vita.

 

Sul piano psicologico nei nostri paesi non possiamo certamente pensare che non esista il nutrimento necessario e dobbiamo quindi scendere ai livelli più profondi della psiche che, con molta probabilità, in questi soggetti si è assestata sull’impossibilità di accedere alla gioia, alla speranza e alla fiducia, inducendo così i diretti interessati a rinunciare a ciò che potrebbe effettivamente regalare loro gioia e vitalità.

 

Le persone che temono di non “avere diritto” sono quelle che più di altre possono rinunciare a prendersi ciò che potrebbero invece conquistare con sufficiente facilità se solo si avventurassero un po’ di più ed avessero una maggior fiducia nella vita.



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