192 delegazioni internazionali, 45 capi di stato, 5.000 giornalisti, 15.000 partecipanti: il vertice di Copenaghen sembra chiudere in grande questo 2009, “anno della terra”. L’importanza di un incontro del genere non può certo essere ridimensionata dalle polemiche in corso: sul fatto che i problemi del pianeta vadano affrontati insieme non c’è dubbio, e almeno il tentativo di un’intesa globale è di per sé doveroso, ancorché probabilmente un po’ tardivo. Ma… i “ma” non mancano. Proprio nell’era dell’informazione, ci ritroviamo spesso di fronte al paradosso della nostra dipendenza dai media, per cui crediamo a ciò che leggiamo o ascoltiamo senza alcun bisogno di verifica o esperienza diretta, salvo poi scoprire che su qualcosa ci hanno raccontato montagne di balle e quindi, almeno in teoria, tutto ciò che riteniamo informazione potrebbe essere invece un’illusione… E non ci sarebbe di che meravigliarsi, ahimè, con Nettuno in Acquario, eppure ce ne stupiamo ogni volta come di fronte a un tradimento che non abbiamo voluto vedere, sbilanciandoci con rapidità nel disincanto: che vergogna, che tristezza, non ci si può fidare più di nessuno.
Personalmente, credo che tra affidarsi ciecamente a tutto-tutti e non fidarsi di niente-nessuno ci siano vie di mezzo realistiche ed oltremodo augurabili. Il punto è che questi due estremi hanno in comune almeno un aspetto: sono comodi. Assolvono, sgravano, spostano la colpa sempre altrove. Mentre la via di mezzo esige una responsabilità in prima persona, una coscienza critica corredata di impegno culturale e morale, insomma un autentico “interesse” che ci porti – letteralmente – ad “essere dentro” le cose che valutiamo e giudichiamo.
Ma dunque. Ci abbiamo messo decenni per scoprire il buco dell’ozono, per capire l’effetto serra e renderci conto delle alterazioni climatiche in corso; da altrettanto tempo tergiversiamo e battibecchiamo sulle decisioni da prendere e i cambiamenti da adottare nel nostro stile di vita (obiettivamente dispendioso e distruttivo), e in pochi giorni, proprio prima del vertice di Copenaghen, salta fuori che i dati “scientifici” tanto cari a Urano in Pesci sono stati un zinzino gonfiati? che l’aumento di CO2 è conseguenza e non causa dell’aumento di temperatura planetaria, essendo quest’ultima solo questione ciclica e naturale, quindi indipendente dall’essere umano?
Fantastico.
Le conseguenze di una notizia del genere mi preoccupano a prescindere dalla sua veridicità, proprio per quanto detto sopra: abbiamo creduto a chi ci diceva che l’emissione di CO2 dipendeva da noi, possiamo credere a chi ci dice che è tutta una bufala; e in entrambi i casi giustificare la nostra “cieca” fede con la disincantata (e comoda) affermazione che, tanto, è sempre e solo una questione di potere. Il che è pure possibile, purtroppo, e non a caso questa sporca faccenda è emersa proprio in piena quadratura Saturno-Plutone. Ma se di questo passo arriveremo ad affermare che vivere in campagna o in una metropoli non fa poi tanta differenza sull’aria che respiriamo, mentre chi fuma una sigaretta a un metro da una donna incinta è un criminale… beh, permettetemi di dire che qualcosa non torna.
C’è un interessante articolo sul Giornale online del 6 dicembre, a firma di Giuseppe Marino:
“Mai come oggi, alla vigilia dell’attesissimo vertice, i colossi dell’economia tifano perché i grandi del mondo impongano severi limiti alle emissioni di anidride carbonica. Non per niente tra gli sponsor del summit c’è Cisco, leader mondiale delle tecnologie Internet per le aziende, mica la Fattoria Scaldasole (…) e grandi aziende di tutto il mondo, incluse Nike, Virgin e i petrolieri americani di Chevron. (…) In prima fila ci saranno anche le case automobilistiche che producono vetture elettriche o ibride. E perfino un gigante della chimica come Dow Chemical. O gli assicuratori di Allianz, che da poco hanno stretto un accordo con il Wwf. Il fatto è che la battaglia contro il riscaldamento globale ormai si misura non solo in gradi di temperatura ma anche in dollari: quelli del crescente giro d’affari della cosiddetta Green Economy. (…) Ecco perché tante aziende si tingono di verde e suonano le sirene del marketing del biologico.”
Non mi si fraintenda. Sono sempre stata ecologista, ambientalista, animalista… e non ho certo cambiato idea. Ma sono stanca di “tinte”, verdi rosa o bianche che siano. Sono stanca di parole: sia di quelle che arrivano dai media o dai cosiddetti esperti (gli stessi che in agosto ci raccomandano di vestire leggero per sentire meno caldo), sia di quelle che ascolto dai miei “simili”, dalla gente comune.
Ciò che non torna siamo noi. E’ inutile che paventiamo la fine del mondo per il 2012, che brontoliamo per le estati afose (ma va’?), per gli inverni senza neve (a Cesenatico), o perché non ci sono più le mezze stagioni e una volta qui era tutta campagna… se poi non vogliamo modificare il nostro stile di vita, né per fronteggiare la crisi economica e tanto meno per ridurre l’inquinamento, il consumismo, il traffico o tutto ciò di cui comunque ci lamentiamo; trincerandoci dietro al rammarico di essere pedine ininfluenti, e che a salvarci ci dovrebbero pensare i politici, gli scienziati, i potenti! Anche queste sono parole, mentre ci vorrebbero fatti.
Ciò che possiamo fare è tanto, e se non è servito Saturno in Vergine a ricordarcelo, Saturno in Bilancia insisterà ancora: perché parlerà di giustizia quanto Plutone in Capricorno parlerà di potere. E riprendiamocelo, questo potere! Una vera cultura ecologica dovrebbe essere trasferita dalla scala planetaria a quella umana, non tanto o non solo con leggi “sociali” restrittive (spesso inutili o facilmente derogabili) quanto con il comportamento etico e consapevole, veramente informato, di ognuno di noi. Per quanto grande sia lo squilibrio, è con la costanza e continuità dei piccoli gesti che può essere sanato. Dal basso all’alto e non viceversa; dal piccolo al grande, dall’Io al Noi. In quale altro modo si potrebbe risolvere l’opposizione tra Marte in Leone e Giove in Acquario, sovrana del vertice di Copenaghen?
E’ vero che il concetto di “ecologia” comprende tantissime sfumature, diversi approcci e altrettanti modi di vivere che possono essere descritti da ogni segno zodiacale, ma il risultato di tutti sarà sempre superiore e migliore rispetto alla semplice somma, essendo l’intero Zodiaco a rappresentare l’uomo completo. Dunque non è necessario fare miracoli: è sufficiente che ognuno faccia qualcosa di diverso da quello che ha sempre fatto finora. Ad esempio facendo diventare abitudini alcune semplici norme ecologiche e – dal piccolo al grande – capire che possono essere autentici atti d’amore per il pianeta. In quanto tali potenti.
Un’Era Nuova “fatta in casa”, ma finalmente non solo a parole.
I Segni di Fuoco e le Risorse Energetiche
Ariete – La vita moderna ha ritmi frenetici, dobbiamo sempre “scappare” da qualche parte, e nell’illusione di far prima ci dotiamo di elettrodomestici di ogni tipo e misura, senza accorgerci che mentre predisponiamo il robot, lo usiamo, laviamo e riponiamo, potremmo tritare a mano una pianta di prezzemolo o grattugiare una forma di parmigiano. Non solo: accendiamo di tutto a tutte le ore, comprese quelle di massimo consumo, perché non abbiamo il tempo di programmare i lavori di casa e quindi improvvisiamo. Poi magari salta la luce e dobbiamo correre a riattivare il contatore… perdendo così il tempo che pensavamo di aver guadagnato e sovraccaricando la rete distributiva con le sue costosissime tariffe. Ma c’è almeno un caso in cui un minimo di tempo in più permette di risparmiare energia e denaro: per riscaldare l’acqua della lavatrice a 30° si consumano circa 0,2 KWh, mentre per raggiungere una temperatura doppia, di 60°, non si consuma il doppio ma cinque volte tanto (dieci volte per i 90°); quindi due lavaggi di tessuti non troppo sporchi sono preferibili a una bollitura tardiva!
Leone – Un comportamento consumistico o antiecologico non sempre dipende dalla mancanza di amore per l’ambiente, ma da ignoranza, disattenzione, diseducazione… Per questo è importante che abituiamo i nostri figli fin da piccoli a comportamenti rispettosi, dando spiegazioni adeguate e un buon esempio costante. Insegniamo loro a spegnere la luce quando escono da una stanza, o il televisore se non lo guardano; educhiamoli al rispetto del denaro, con una “paghetta” proporzionata all’età ma non troppo elastica; non esageriamo in regali ed informiamoli dell’esistenza di loro coetanei meno fortunati. Inoltre, per la loro salute fisica, favoriamo lo sviluppo di una equilibrata e naturale termoregolazione: tenere l’aria condizionata a temperature polari d’estate e il riscaldamento al massimo d’inverno costringe l’organismo a un adattamento violento quando si esce di casa, esponendolo a debilitazione progressiva, oltre ad essere uno sperpero economico ed energetico assurdo e, davvero, poco educativo. Teniamo a mente che ogni grado in meno corrisponde ad un risparmio del 5% sulla bolletta…
Sagittario – Durante i viaggi, molti si sentono autorizzati a mandare in ferie anche il rispetto per l’ambiente, come se quell’ambiente non li riguardasse direttamente e fosse lì solo per servirli. Li abbiamo visti tutti, quelli che abbandonano rifiuti in pineta, che gettano bicchieri di plastica dalle barche o cartine di caramelle dalle seggiovie… Ovvio che non dobbiamo farlo noi, ma non dobbiamo nemmeno sentirci a disagio nel far notare a chi lo fa il suo comportamento incivile ed incosciente. Potrà risponderci che non sono affari nostri e invece lo sono, perchè il costo di strumenti, denaro ed energia che le amministrazioni devono sostenere per mantenere pulito il loro paesaggio urbano e naturale si ripercuote inevitabilmente sul prezzo dei servizi, senza contare che l’utilizzo di mezzi aggiunge inquinamento e rumore che si potrebbero almeno ridurre con la collaborazione di tutti: sentirsi cittadini del mondo non significa solo spedire cartoline o acquistare souvenir, ma trattare il mondo come il nostro salotto più ospitale.
I Segni di Terra e le Risorse Materiali
Toro – Non sarà un caso che oggi i cittadini vengono chiamati “consumatori”. D’altra parte, le strategie commerciali sono basate su sofisticati mezzi di persuasione, ed è facile rimanere ipnotizzati dal canto di sirene ammiccanti dagli scaffali del supermercato: guardiamo un prodotto e immediatamente crediamo di averne bisogno, magari dimenticando di averne già uno simile a casa! Ai tempi in cui a scuola si insegnava “economia domestica”, le ragazzine imparavano che una lista della spesa accurata è una garanzia di efficienza e di risparmio: ripristinare questa abitudine ci aiuterà a non essere complici e insieme vittime del dilagante consumismo, oltre che a tutelare le nostre tasche. E a proposito, lo “shopping intelligente” non è solo quello che facciamo durante i saldi, se con la scusa delle svendite riempiamo gli armadi di cose che poi non useremo o non indosseremo. Non per questo dobbiamo privarci di qualche spesa sfiziosa: semplicemente, dovremmo imparare a considerare il superfluo come una piacevole eccezione al necessario, così che abbia davvero più valore anche sul piano emotivo.
Vergine – Non possiamo prevedere se o di cosa ci ammaleremo, quindi è inutile tenere in casa un’intera farmacia, perché mentre il tempo passa (si spera, in salute) i medicinali scadono, e all’occorrenza dovremo comunque ricomprarli. Ciò significa buttare confezioni più o meno integre, spendere soldi e intossicare i terreni, soprattutto se ricorriamo alla spazzatura ordinaria e non agli appositi raccoglitori. Dunque, meglio limitarsi a prodotti per le esigenze comuni, così da limitare anche i rischi di usi accidentali da parte dei bambini. I rimedi erboristici non sono meno dannosi se utilizzati impropriamente, ma lo sono senz’altro negli effetti collaterali. Un pronto soccorso naturale può comprendere ad esempio: Ribes Nigrum in gemmoderivato per le infiammazioni o le allergie; Rescue Remedy (Fiore di Bach) in crema o gocce, per choc emotivi o traumi fisici; olio essenziale di lavanda per punture d’insetti; tintura di Propoli come antibiotico, disinfettante e cicatrizzante; crema all’arnica per contusioni o stiramenti, all’ippocastano per reumatismi o dolori cervicali, alla calendula per scottature, vesciche o eritemi.
Capricorno – Un approccio ecologico corretto non può limitarsi all’ambito domestico. Eppure, spesso è proprio nei luoghi di lavoro che l’automoderazione difetta, perché “tanto non siamo noi a pagare”: cosa vera, forse, ma solo momentaneamente… Ad esempio, la carta da stampante viene consumata in quantità esagerate, perché stampiamo solo su una facciata, perché per trascrivere un semplice indirizzo email prendiamo un foglio A4 nuovo, e se troviamo un refuso su un documento facciamo prima a ristampare che a correggere manualmente. Non dimentichiamo che dietro ogni risma ci sono processi energetici di produzione (anche in caso di carta riciclata) di forte impatto ambientale: sforziamoci quindi di riutilizzare le facciate ancora bianche per stampe di prova, appunti, facciamone blocchetti per le note telefoniche e magari conserviamo i fogli accartocciati in uno scatolone per gettarli negli appositi cassonetti. Sprecare meno carta non significa sprecare più tempo: è veramente solo questione di organizzazione.
I Segni d'Aria e le Risorse Atmosferiche
Gemelli – Non è affatto detto che uscire in auto sia più comodo o veloce di farlo in bicicletta o a piedi, soprattutto se consideriamo lo stress da ricerca del parcheggio… o il costo del parcheggio stesso. Spesso saliamo in macchina per abitudine, mentre tante destinazioni sarebbero raggiungibili in modo più sano, ecologico ed economico. Dunque, dotiamo la bicicletta di cestino e borse capienti, oppure acquistiamo scarpe comode e creiamoci una nuova abitudine! Già che ci siamo, abbandoniamone una vecchia e detestabile, come quella di lasciare l’auto accesa in seconda fila, mentre aspettiamo i figli da scuola o davanti ai passaggi a livello. La condivisione dell’auto (“carpooling”) può essere scomoda in molti casi ma, ammettiamolo, non sempre; eppure è un sistema semplice ed efficace per ridurre traffico e inquinamento, visto che ogni volta che saliamo in macchina in quattro, ci sono tre macchine in meno che girano… Ricordiamoci che l’aria che inquiniamo la respiriamo anche noi.
Bilancia – Una casa accogliente come un giardino primaverile ci aiuta a rilassarci dopo una giornata stressante o a predisporci per un serata romantica… Non crediamo, però, che profumare le nostre stanze artificialmente faccia davvero bene al fisico e all’umore! Pur sorvolando sul discutibile aroma di “pineta”, “prato fiorito” o “aria pura” (?) certi effluvi sono principalmente composti di sostanze tossiche, solventi, idrocarburi o “aromi naturali” che con la natura non hanno nulla a che fare. Possono generare asma e reazioni allergiche e contribuiscono all’inquinamento dell’ambiente interno, già contaminato da formaldeide, ipoclorito, acidi, fumo di sigaretta o altri “odori sgradevoli”, aggiungendosi ad essi e non certo eliminandoli! Proviamo con gli oli essenziali, purché rigorosamente naturali: sono un’alternativa salutare ed assai più efficace, e a conti fatti anche assai meno costosa (è sufficiente qualche goccia negli umidificatori dei caloriferi o negli appositi diffusori per profumare a lungo e produrre effetti psicofisici positivi e autentici).
Acquario – La “comunicazione” è una parola tipica dell’era moderna, nonché una realtà sociale a cui ci siamo abituati in meno di una generazione, diventandone in fretta dipendenti. Però, ammettiamolo: non abbiamo davvero bisogno di cambiare cellulare o computer appena esce il nuovo modello, quello più potente, più veloce, più piccolo o con più prestazioni! Tutta questa smania di tecnologia non corrisponde a un reale bisogno, e spesso non equivale nemmeno a una semplificazione. Non per il pianeta, comunque, visto che l’esponenziale crescita di discariche di processori, monitor, stampanti e cellulari è già diventata un’emergenza, come per altro l’inquinamento elettromagnetico e la carenza di ioni negativi negli ambienti interni, responsabile di patologie che vanno dalla fatica cronica agli squilibri ormonali o peggio. Pensiamoci, prima di spendere i nostri soldi per sostituire qualcosa che, in fondo, ancora funziona: e se ci viene voglia di un nuovo telefonino, facciamo il fioretto di attendere almeno il modello successivo… tanto è questione di poco tempo!
I Segni di Acqua e le Risorse Idriche
Cancro – La sindrome da casalinga nevrotica, sempre in casa a rammendare o lucidare, è stata sostituita da un’aberrazione moderna non meno avvilente, per cui le donne sembrano ormai incapaci di riempire un secchio d’acqua da sole o spazzare con una normale scopa, senza l’aiuto di un qualche “mister brillo”. La pubblicità ci ha fatto credere che ogni materiale o tessuto necessiti di un detergente specifico, che gli stracci usa-e-getta siano più efficaci per il solo fatto di essere più comodi (la polvere non dura ma certi panni durano eccome nelle discariche…), o che la brillantezza artificiale dei nostri bicchieri equivalga alla loro pulizia e quindi alla nostra salute. Non è così e lo sappiamo. Ciò che non sappiamo è che una casalinga moderna respira quotidianamente un cocktail chimico di sostanze già tossiche da sole ma ancor più pericolose in sinergia, mentre per pulire tutta la casa sarebbero sufficienti acqua, bicarbonato di sodio, limone, aceto, sale e sapone di Marsiglia. Sufficienti ed efficaci… nonché più salutari, soprattutto se abbiamo bimbi piccoli che “gattonano” sul pavimento e portano tutto in bocca.
Scorpione – A volte pensiamo che il water possa ingurgitare di tutto e farlo sparire magicamente con uno scroscio, mentre prima o poi quell’acqua incontrerà un mare o un fiume. Tra l’altro, è assurdo scaricare dieci litri se abbiamo gettato un batuffolo di cotone, e oggi esistono sciacquoni a doppia erogazione che permettono scrosci ridotti. Il problema dello smaltimento dei rifiuti riguarda però anche il loro volume. Se schiacciamo una bottiglia di plastica su sé stessa e riavvitiamo il tappo, questa occuperà meno spazio nel sacchetto, che quindi dovrà essere sostituito con minor frequenza, a beneficio nostro e delle discariche; tanti contenitori possono poi essere riciclati una volta puliti. Inoltre, considerando la mole di imballaggi e confezioni, sarebbe utile partecipare alle campagne delle associazioni di consumatori, per far installare nei supermercati distributori di “ricariche”, come già esistono per il caffè: ad esempio i detersivi potrebbero riempire contenitori di riciclo, e con opportune attenzioni sanitarie anche prodotti alimentari come riso o farina si presterebbero a più economiche vendite “alla spina”.
Pesci – Si parla molto di falde che si prosciugano e di ghiacciai che si sciolgono. Si parla dell’acqua come di un bene sempre più raro e del suo consumo agricolo o industriale crescente, ma non si insiste a sufficienza sull’acqua che sprechiamo a scala domestica. Chi doveva issare secchi dal pozzo con le proprie forze aveva radicato il rispetto per questa letterale fonte di vita: noi siamo cresciuti pensando che basti aprire un rubinetto perché l’acqua sgorghi, ed è per questo che i nostri malvezzi sono così radicati. Consideriamo questi banali gesti quotidiani: ci laviamo i denti o i capelli sotto la doccia, e prima di sciacquarli lasciamo scorrere l’acqua inutilmente; lessiamo la pasta e invece di riciclare l’acqua per lavare i piatti la buttiamo, e rinunciamo anche a quella in cui abbiamo bollito le verdure, che sarebbe invece ottima per una zuppa o un risotto. Eppure ci lamentiamo della bolletta sempre più cara! Costerebbe meno cambiare abitudini: e non sarebbe affatto “una goccia nel mare”…