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MA COSA "PORTA" DAVVERO GIOVE?

a cura di Sandra Zagatti
 

Ogni anno, quando ragiono sul passaggio di Giove in un nuovo segno, ricordo che i suoi transiti non vanno intesi come dispensatori di fortuna o sfortuna ma come semplici “amplificatori” di ciò che toccano. Il che, a molti, potrebbe sembrare più o meno la stessa cosa, laddove Giove si inserisca in una situazione positiva o negativa… Invece la differenza è sostanziale. Ciò che Giove “tocca”, come ogni altro pianeta nei suoi transiti, non è tanto la nostra esistenza quanto la nostra coscienza: siamo noi. Noi, o meglio ciò che di noi è rappresentato dai pianeti transitati. In ogni modo la possibilità di favorire un’amplificazione in senso evolutivo (quindi un’espansione della coscienza, e non un inflazionamento dell’esistenza) è un’occasione che possiamo sempre cogliere, a prescindere dal tipo di transito e seppur con minore o maggiore fatica.

 

Ma perché Giove è considerato il “Grande Benefico”? Perché, tra gli epiteti del Giove mitologico, è stato aggiunto l’Optimus (il migliore) al Maximus (il più grande)? La risposta è solo apparentemente ovvia. Ovvio è che la grandezza e lo splendore visibile del pianeta venissero associate all’abbondanza e alla prosperità; altrettanto ovvio è che, viceversa, Saturno con i suoi anelli venisse considerato un “limitatore”, e come pianeta tradizionale (o visibile) più lontano anche un severo Guardiano della Soglia tra vita e morte, con tutto ciò che ne consegue in termini di malattia, vecchiaia e sofferenze varie… Meno ovvio è il motivo per cui tali interpretazioni siano state associate ipso facto alla fortuna e alla sfortuna; e lo siano tuttora.

 

Pensiamoci. Dovrebbe essere una questione culturale, tant’è che sul piano fisico Giove si esprime spesso con un aumento di peso, che un tempo era sintomo di benessere ed oggi invece di valori estetici o clinici da “tenere sotto controllo”! Forse è vero che Giove non può fare a meno di Saturno, per non farci “esagerare”; così come oggi sappiamo che Saturno non può fare a meno di Urano per non “irrigidirci”; e così via. Questo almeno è il percorso evolutivo verso l’esterno che l’astrologia tradizionale indica (dai pianeti personali a Giove e Saturno e da questi ai pianeti moderni): parliamo di comportamento, di circostanze materiali e forse di eventi oggettivi. Ma c’è anche quello verso l’interno (dall’oscura lontananza di Plutone alla vicinanza essenziale dei Luminari), in cui l’astrologia orientata in senso psicologico si affianca stranamente al mito, laddove è proprio il mito a descrivere il processo di liberazione e affrancamento da padre a figlio, che si attua da Urano a Saturno a Giove…

Sappiamo infatti che fu Saturno ad evirare Urano, ribellandosi alla sua autorità di padre-padrone, per poi di fatto riproporsi in vesti ancor più tiranniche con i propri figli, che ingoiava neonati per impedir loro di detronizzarlo da adulti… Uno stratagemma evidentemente violento ma efficace, almeno fino all’ultimogenito Giove, che con la complicità della mamma riuscì a scamparla, mentre Saturno ingoiava in sua vece una pietra. A ben guardarci, la prima “fortuna” di Giove fu ricevuta, ma seppe anche restituirla con generosità, tant’è che appena possibile tornò dal padre a fargli sputar fuori i fratelli e, dopo la nota “guerra titanica”, spartì con loro il dominio del Creato: a Nettuno andò il governo del mare, a Plutone quello degli inferi, mentre Giove si tenne il cielo… e già che c’era divenne anche il sovrano di tutti gli Dei. In fondo, anche il Giove astrologico è sempre un po’ boriosetto.

 

Eppure, del mito appena accennato ci sono alcuni dettagli che meritano a mio avviso attenzione. Il governo della terra venne infatti condiviso, non affidato a un Dio particolare; e questo ci riporta alla necessità (opportunità) di considerare sempre tutti i pianeti che partecipano al divenire della nostra esistenza e all’evoluzione della nostra coscienza. Come Dio del Cielo, i transiti di Giove sembrano quindi davvero una sorta di “manna”: più realisticamente, aprono le porte del cuore e della mente, ed offrono occasioni che però sta a noi cogliere e trasformare. E come sovrano di tutti gli Dei – archetipi planetari – riesce ad agire come un vero amplificatore di altri transiti, obbligandoci ad ingoiare pietre al posto di una creatività che insistiamo a negare o permettendoci di sputarle fuori e a favorire una rigenerazione vitale di sviluppo e successo, anche se a costo di un conflitto interno da affrontare e superare.

 

Nel mito, il Giove romano è sostanzialmente associato al greco Zeus, ma il senso religioso che astrologicamente gli attribuiamo deriva direttamente dai culti romani. In quanto “Iuppiter Fidius” era infatti qualcosa di diverso e di più rispetto al Sovrano degli Dei: era il custode della legge, il difensore della verità, il protettore della giustizia; e più che dispensare fortune materiali, sosteneva e tutelava la “fede” degli uomini. Non a caso, un altro dettaglio riguarda infatti la sensibilità, diciamo così, di Giove alla bellezza femminile. Che abusasse della sua posizione per divertirsi tra le Dee è risaputo, ma sono tantissimi anche i suoi “accoppiamenti” con le donne mortali: unioni che spesso generavano figli semidivini… Ecco allora che Giove, come pianeta prossimo ai cosiddetti “pianeti personali”, porta dall’alto un tocco di divinità e la umanizza, la contestualizza nell’esistenza dilatando la coscienza come un utero mortale ma pronto a farsi fecondare: porta vicino ciò che è lontano o sembra irraggiungibile (i desideri, i sogni, le speranze).

Ma come può fare tutto ciò? Non certo sostituendosi agli altri pianeti: Saturno, Urano, Nettuno e Plutone hanno tutti tempi assai più lunghi e modi assai più profondi e complessi dei suoi. Eppure, in quelle poche settimane in cui Giove “tocca” un nostro pianeta, e in particolare il Sole, ci aiuta ad essere sufficientemente fiduciosi, sicuri e aperti al possibile, per poter comprendere anche cosa ci chiedono e ci offrono i pianeti lenti, e come favorirne l’espressione evolutiva.

 

E allora. Il 18 gennaio Giove è entrato in Pesci. Sappiamo che ogni anno percorre un segno ma questo sarà un transito particolare: particolarmente intenso, perché nel segno del suo tradizionale domicilio Giove esprime “il massimo e il meglio” delle sue qualità; ma anche particolarmente veloce perché, a differenza di quanto accade di solito, viaggerà diretto per cinque mesi toccando i primissimi gradi dell’Ariete da giugno a settembre, prima di tornare in Pesci ed uscirne definitivamente  fine gennaio 2011.

Non è secondario il fatto che transiterà tra fine Pesci e inizio Ariete assieme a Urano: il “nonno” mitologico da cui è cominciato il processo simbolico di liberazione, creativo e ri-creativo; e il pianeta che in astrologia è considerato il più forte emblema di cambiamento. Non solo perché i due pianeti si amplificheranno a vicenda e resteranno congiunti quasi sette mesi, ma perché quel passaggio tra Pesci e Ariete è anche la soglia simbolica per eccellenza tra “fine e inizio”, tra notte e giorno, inverno e primavera, vecchio e nuovo. Diciamo pure tra morte e rinascita: non a caso l’anello di sosta di Giove, a 3° Ariete, sarà sottolineato anche dalla severa quadratura di Plutone in Capricorno e, in agosto, dall’opposizione di Saturno in Bilancia.

Ora, sappiamo che i transiti di Giove portano l’attenzione sullo sviluppo e la crescita ottimistica, allargano gli orizzonti per aiutarci a individuare nuove strade di espansione: delle conoscenze sociali e culturali, della professione, delle ideologie, della personalità e quindi del modo di esprimere e manifestare ciò che siamo. Tutto ciò, rinforzato da Urano, acquisisce una connotazione di progresso, specificatamente orientata verso il futuro, il nuovo, direi anche il “diverso”, se consideriamo il governo primario di Giove del Sagittario.

Che Giove spinga all’avventura e all’esplorazione è fuor di dubbio: ma per ognuno di noi cambieranno i contesti e i “territori” da scoprire, come i cambiamenti da accettare o favorire.

 

I segni d’Acqua – Cancro, Scorpione, Pesci – sentiranno forse l’esigenza di cercare sé stessi e trasmettere agli altri il frutto delle proprie scoperte, condividere le proprie ricchezze intellettuali e spirituali, e insomma restituire le fortune ricevute proprio come fece Giove nel mito con i suoi fratelli.

 

Sarà meno facile per i nativi della prima decade Cancro, come degli altri segni Cardinali – Ariete, Bilancia, Capricorno – perché la Croce a T che si formerà in estate, con Giove e Urano in Ariete, solleciterà i cambiamenti in modo violento e forse confuso, amplificando anche le situazioni critiche e spingendo a comportamenti eccessivi, a reazioni emotive esagerate più che a scelte consapevoli e controllate dalla volontà razionale. Sarà importante gestire bene queste energie così contraddittorie, tra freni e spinte, tra passività e attività, e lavorare molto su sé stessi per non farsi trascinare dagli eventi.

 

Qualcosa di simile accadrà all’ultima decade dei segni Mobili – Gemelli, Vergine, Sagittario – durante gli altri mesi, e in particolare durante l’unico anello di sosta che Giove formerà da settembre a gennaio. Intensi ed insistenti saranno gli stimoli ad abbandonare situazioni stagnanti, legami o abitudini che non hanno più un futuro, per aprirsi ad opportunità creative e più “aggiornate” alla verità interiore. In questo caso sarà più difficile per i nativi Vergine, istintivamente timorosi delle novità e affezionati alla routine, mentre la curiosità dinamica dei Gemelli e la lungimiranza fiduciosa dei Sagittario potrà essere sufficiente, e comunque provvidenziale, per opporre minore resistenza ed affidarsi con duttilità al divenire.

 

Per quanto riguarda i rimanenti segni, le opportunità saranno analoghe ma meno radicali nelle modalità interiori ed esterne di proporsi: i Toro potranno imparare ad essere meno rigidi, meno bisognosi di sicurezze materiali e più aperti nei confronti degli altri e ad una visione sacra della vita; per i Leone si prospetta un’estate a dir poco vivace, in cui non sono esclusi rivoluzioni in campo affettivo, slanci creativi e progettuali, insomma nuovi amori, nuovi studi, viaggi e stimolanti prospettive di lavoro; mentre gli Acquario, che con Urano giocano in casa, potranno imparare da Giove a riscaldare maggiormente la propria vita, grazie agli entusiasmi regalati dalla mente e ai desideri suggeriti dal cuore. 

 

In fondo, ciò che Giove porta è essenzialmente gioia, ma il coraggio di riportare il sorriso nella propria vita, la capacità di fare un salto di qualità e di sperare ancora nel futuro, sono cose che spettano a noi, e che – come individui e come collettività – potremo anche non saper cogliere o accogliere. Eppure, Giove sarà veloce e Urano agirà da acceleratore: si dice appunto che i treni passino, non che sostino… E la direzione è il futuro.




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