QUANDO VENERE È IN ASPETTO A GIOVE

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Se nel  tema natale Venere si lega a Giove possiamo pensare che nella vita di questo soggetto ci sarà un nutrito desiderio di accoglimento, di nutrimento e di protezione ed una fortissima immaginazione che spingerà a ricercare sempre nuove possibilità, nuove esplorazioni, cure, rinforzi e conferme. Possiamo ipotizzare che vi siano sempre state grandi aspettative che si “gonfiavano e dilatavano” nell’attesa di essere soddisfatte; il bisogno fondamentale sta dunque più nell’immaginare la soddisfazione che, forse, è stata palesata e promessa ma mai ottenuta del tutto o, in linea di massima, mai all’altezza delle aspettative; con molta probabilità il genitore di riferimento non si è lasciato “conquistare” e, per questo, risultava molto desiderabile probabilmente proprio perché inaccessibile ed irraggiungibile; si tratta di un soggetto inquieto psicologicamente, sempre a caccia di qualcosa di interessante e di “lontano”, qualcuno che si “immagina e ricerca” perché non è mai completamente a portata di mano. 

Da qui nasce il desiderio di Venere e Giove cercare  sempre qualcosa di lontano o di impossibile, che non possa essere conquistabile e che, soprattutto, non sia “parte del mondo reale” e che, quindi, non appaghi mai completamente perché, se questo dovesse accadere, diventerebbe molto meno interessante e si sgonfierebbe.

In effetti, i soggetti che hanno questo aspetto danno il massimo di sé nella conquista che fantasticano tantissimo nella loro mente; tendono a creare relazioni distanti e non quotidiane in cui le aspettative sono sempre elevatissime, il che aumenta esponenzialmente il rischio di risultare poi altrettanto velocemente deludenti, soprattutto se entrano nella dimensione reale.

Venere Giove portano con sé un grandissimo edonismo unito ad una forma di insaziabilità; non ci si accontenta mai perché, in fondo, resta sempre la speranza che, da qualche parte, ci sarà sicuramente qualcosa di meglio e di più gratificante. Con Giove è sempre presente una sorta di avidità che, in questo caso, si gioca proprio sul piano amoroso: l’amore diventa “bulimico”: si ha un bisogno continuo di riempimento (alimentato tantissimo dalla vista che sollecita il desiderio) ma, subito dopo la conquista, riaffiora il senso di svuotamento.
L’aspetto  in sé  nega qualsiasi tipo di limite o di sacrificio e ciò che si cerca è una completezza che si immagina possa placare il senso di vuoto che è sempre presente e che si fa pressante solo in assenza dell’altro.

Riempire e svuotare ricordano il lattante che vive praticamente di queste due funzioni: come a dire che chi ha questo aspetto ha erotizzato un’aspirazione alla gratificazione che, tuttavia, non si può concretizzare mai completamente, in quanto la conquista non è mai all’altezza delle aspettative e, quindi, ci si è abituati a desiderare tantissimo e ad avere risposte mai del tutto soddisfacenti che lasciano quindi una sorta di “fame” irrisolta.

Lo schema appreso porta:

1. all’ingigantimento del desiderio in attesa del riempimento; 
2. al bisogno di dilatare il tempo fantasticando ed immaginando come sarà meraviglioso il momento in cui la gratificazione arriverà;
3. si procrastina sempre l’istante fatidico in modo da spostare la delusione finale che, si sa che ci sarà; 
4. ciò che si conquista ha già in sé il germe della disillusione perché inconsciamente si sgonfierà in quanto non sarà conforme ai sogni e alle immagini interiori.

Per uscire da questa dinamica bisognerà individuare e interrompere la sequenza; in caso contrario, si è destinati a sognare e ad immaginare qualcosa che non potrà mai essere gratificato da un partner in carne ed ossa per cui si cadrà inevitabilmente nella “delusione” per tutto ciò che avviene dopo la “conquista” che, per questi soggetti, è l’unica cosa veramente interessante in quanto nulla è ancora “avvenuto” realmente.
Sono proprio le esagerate aspettative a causare la successiva delusione e, in questo modo si compie obbligatoriamente il rituale: “attesa – aspettativa esagerata –  sogno di riempimento – delusione - svuotamento”.