ASTROLOGIA IN LINEA
NEL CUORE DEL SIMBOLO
 

 

Le parole, i gesti, i pensieri affollano la nostra mente.
Le immagini colpiscono i nostri occhi.
I colori ci attraversano con diverse tonalità e gradimenti.
Le figure ed i segni parlano un linguaggio convenzionale compreso a più livelli.
Viviamo in mezzo ai simboli ed i simboli vivono in noi.

Continuamente i simboli si nascondono e si rivelano nel quotidiano così come nello straordinario: sono ovunque e sono eterni. Si trovano nell’arte come nella pubblicità, nella religione come nella politica, nella fisica come nella metafisica. Sono ovviamente alla base dell’astrologia e della psicologia, che se ne nutrono consapevolmente. Soprattutto vivono nell’immaginario individuale e collettivo, generando le forme del mito e strutturando le basi stesse delle civiltà, ed ispirando le menti fertili con il fascino dell’ignoto.

Come diceva Goethe, il particolare rappresenta l’universale, quindi il simbolo allude a significati che vanno oltre la sua stessa essenza, oltre la stessa capacità cognitiva umana, oltre la drammatizzazione mitologica degli archetipi.
Ciò è possibile perché il simbolo parla direttamente all’Anima dell’uomo, senza intermediari e senza filtri. I suoi significati profondi superano le barriere della stessa coscienza.
La parola “simbolo” deriva da Symbàllein, che in origine significava “mettere insieme”, quindi “unire”.
Infatti, che cosa è un simbolo se non un ponte che unisce la Materia e l’Anima superando il fiume della mente?
Il linguaggio del simbolo si rivolge direttamente all’inconscio, alla parte destra del cervello, e perciò non ha bisogno di una lingua strutturata. L’inconscio non comprende un approccio analitico o razionale: basta un simbolo, che racchiuda sinteticamente un mondo di significati, ed il messaggio è già arrivato al cuore.
In un sistema cosmico, il simbolo rappresenta la porta di accesso dalla visione meramente mentale della realtà alla dimensione spirituale che la contiene e la genera.
E’ la dimostrazione che la casualità puramente accidentale non esiste realmente, perché il linguaggio simbolico la comprende nella sua finalità oggettiva oltre il limite spazio-temporale comunemente accettato.

Così come il mito ed il sogno, il simbolo non può essere completamente definito, perché è nella sua natura rivelare senza spiegare, per aprire la porta del mistero. Altrimenti sarebbe solo un segno, vuoto di senso e privo di contenuto emotivo. Per questo motivo la ragione non lo può comprendere come può fare l’arte. Il simbolo è il ponte fra la realtà percepita e il mondo non ordinario delle idee, delle energie, dello Spirito, di tutto ciò che è sacro.

Sviluppando un’esistenza autonoma sia come significante sia come significato, racchiude in sé tutta l’energia degli esseri che lo hanno per primi sognato ed eletto fra gli archetipi, tutta l’energia del pensiero cosmico ed umano di millenni e di ere: in questo senso il simbolo è vivo.
I simboli vivono nell’Anima, oltre i limiti culturali, oltre le strutture mentali, oltre le abitudini, alle origini del senso del mondo; come quando astrologia, magia, mito, religione, arte, scienza e poesia erano ancora un’unica monade nel Cuore del Simbolo.


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