ASTROLOGIA IN LINEA
TAROCCHI CHE PASSIONE
 

 

Iniziamo un ciclo di articoli sui Tarocchi e sulla Cartomanzia, sui quali è stato scritto già tutto e di più. Quello che vorrei raggiungere con questi articoli è la capacità di legare simboli ed archetipi per penetrare la realtà invisibile che ci circonda e in cui siamo immersi, in un continuum senza spazio né tempo.
Affrontare la lettura dei Tarocchi, significa aprire la mente e il cuore a messaggi sottili, impercettibili e però tangibili a ciascuno di noi.

Nel mondo degli archetipi non ci sono settori separati, uno riporta all’altro che riconduce al primo, in una sequenza infinita e senza interruzione. Tutte le discipline simboliche accompagnano lo studioso verso una conoscenza profonda, fatta di coscienza e non di parole. Il simbolo travalica il significato, ci conduce all’archetipo, primo esemplare assoluto ed autonomo, modello primitivo delle cose, l’ombra del visibile, lo sfondo invisibile del visibile.
Perché tutti ci affanniamo a decifrare questo sfondo? Perché lì risiede la vera conoscenza delle cose, degli avvenimenti e dell’immanente, lì abbiamo la possibilità di riunirci all’unità e non percepirci “staccati” ed “isolati” dal resto della natura.

In un mondo ormai quasi completamente digitale e binario, il simbolo e l’archetipo ci riportano ad un linguaggio analogico, circolare, omnicomprensivo e quindi rassicurante. Il linguaggio digitale è ON-OFF, acceso o spento, non lascia spazio a sfumature, è TUTTO o NIENTE. La condizione umana invece è fatta solo di sfumature, di giochi di luci ed ombre. Una realtà “digitale”, così definitiva e senza scampo, apre il campo alla disperazione, all’isolamento, alla sfiducia.
Tornare a pensare in modo analogico, significa sentirsi nuovamente parte di un tutto e quindi anche interagire con il tutto che ci circonda. Quando il simbolo “parla” ci mette in contatto con la “parola silenziosa”, quella interiore, che non fa rumore, ma rievoca significati eterni e condivisi con tutto il genere umano. Mentre la scrittura, fatta di un insieme di lettere che danno significato a segni convenzionali, attiva la nostra mente logica, l’immagine, il colore e il suono ci collegano alla mente inconscia.

Gli Arcani Maggiori dei Tarocchi oltre a riportare una nomenclatura simbolica, sono immagini, colori, suoni (le lettere ebraiche) e pertanto rappresentano una fonte inesauribile di simbologia applicata, si possono consultare uno alla volta, riflettendo sul significato dell’Idea Universale cui fanno riferimento, di quale attinenza abbia nella nostra vita in questo particolare momento, oppure farli “parlare” insieme, in schemi di stese che esamineremo con coloro che mi seguiranno nel percorso.

L’abilità del lettore di simboli è di “lasciarsi andare” e “farsi raccontare” dal simbolo stesso, senza però travalicarlo, procedimento che si può ottenere solo a fronte di una profonda conoscenza del simbolo stesso, per poi “rischiare” l’abbandono ad esso, che allora non ci tradirà nell’inviarci il messaggio “divinatorio”.
Quali archetipi universali i Tarocchi ci aiutano ad entrare in contatto con il nostro inconscio, a risvegliare l’intuizione, l’ispirazione, la previsione, il presentimento, tutte sensazioni che non sono parte tangibile dell’esistenza, ma rappresentano quella parte sottile e di sottofondo cui accennavo sopra. Poiché non vi è separazione fra i diversi linguaggi simbolici, i Tarocchi possono essere “letti” in molti codici, l’alfabeto ebraico, il numero progressivo, l’immagine che rappresentano, i colori predominanti, la loro posizione nella stesa della lettura.

Iniziamo a scrutare negli Arcani Maggiori e capire perché sono 22, ossia 21+1, o anche 3 x 7 + 1, oppure 10+10 +1 +1 (inizio e fine) ……….. Non spaventatevi e seguitemi.

La Kabalah (la lettura esoterica della Bibbia Ebraica) ci descrive la nascita del mondo attraverso le 22 lettere dell’alfabeto ebraico, tutte desiderose di iniziare La Genesi. Una ad una si presentarono a Dio chiedendo di potere essere scelte per iniziare l’opera del Mondo, ma una ad una Dio le scartò, giustificando a ciascuna il perché della non-scelta, fino a che, essendosi presentate a ritroso, giunse alla seconda lettera (Beith) e ad essa destinò l’onere di iniziare il Libro della Genesi (“Bereshit …..”). Ci si potrebbe chiedere perché non iniziare con la prima lettera (l’Aleph) ma l’Aleph è Dio stesso, l’Uno, il 26 numerologicamente equivalente al nome di Jahvè. L’Aleph è formata da due Jod = 10 e da una Vav = 6 per un totale di 26, che riportano al nome divino Jahvé Jod (10) He (5) Vav (6) He (5) = 26.

E l’Alef, il Bagatto, il Mago, la carta n. 1 allora come si colloca? Ragioniamo: il Bagatto è l’Uomo, fatto ad immagine e somiglianza di Dio, il quale, con gli stessi elementi con cui Dio creò l’Universo, ha la possibilità di creare il proprio mondo.

I Tarocchi sono uno strumento di meditazione che ci può far “intravedere” il futuro, basandoci sul presente e sugli strumenti in nostro possesso. È etico procedere ad una divinazione? Si, se si comprende bene il senso di quello che si sta facendo. Se attraverso i simboli si cerca di comprendere dove ci si trova, quali opportunità si hanno, di quali mezzi ci si può servire, tutto questo è corretto, tenendo presente che il cammino dovremo farlo noi e solo noi, magari riflettendo su ciò che il responso ha portato alla luce. Se invece ci aspettiamo una “sentenza”, ciò che “accadrà” o “non accadrà”, la lettura non risulterà mai attendibile, poiché il più grande dono che ci è stato fatto è proprio il Libero Arbitrio, a fronte del quale potremo sempre interagire con quello che comunemente chiamiamo Destino.

Nel corso dei mesi approfondiremo alcune carte alla volta, andando a scrutare il Velo del Significato Nascosto alla luce del Numero, della Lettera Ebraica, dell’immagine figurata, dei colori che appaiono in maggior rilievo.
Arrivederci al prossimo numero con linterpretazione della carta n. 1 degli Arcani Maggiori “Il Bagatto” e i 4 Assi degli Arcani Minori, che metteremo in relazione al Numero, alla Lettera e all’immagine.

Il mazzo che utilizzerò per l'interpretazione è quello del WIRTH

 


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